L‘audioquadro è un modo per conoscere i più grandi capolavori della storia dell’arte. In maniera semplice e in pochi minuti. Qui l’elenco di tutti gli audioquadri usciti a giugno 2020.
Rembrandt | Autoritratto con camicia ricamata
La pittura per Rembrandt fu la sua vita stessa, esaltatane da giovane, ricca negli anni del successo, malinconica dopo il fallimento finanziario conseguente alla sua avidità collezionistica. E i numerosissimi autoritratti che fece nel corso della sua carriera sono una straordinaria testimonianza delle diverse fasi che il pittore attraversò.Questo dipinto è strettamente legato a un autoritratto realizzato da Rembrandt con la tecnica dell’incisione nel corso dell’anno precedente, il 1639.In entrambi i casi la composizione dell’opera è influenzata da altri ritratti del passato. Una posa simile la ritroviamo nel Ritratto di Baldassarre Castiglione di Raffaello, oggi al Louvre, o nel Ritratto di Ariosto realizzato da Tiziano e anch’esso conservato alla National Gallery di Londra. O nell’Autoritratto con fiore d’eringio di Albrecht Dürer, esposto al Prado di Madrid.
Rembrandt | Giuditta al banchetto di Oloferne
L’opera di fronte a voi fa parte di un gruppo di allegorie personificate da donne eroiche della Bibbia o dee dell’antichità, dipinte da Rembrandt tra il 1633 e il 1635. In particolare questa tela è una delle più misteriose dipinte dal maestro olandese, tanto che ad oggi ancora non si ha la certezza sul tema rappresentato. Su uno sfondo scuro spicca la figura di una donna riccamente vestita con un abito ricamato d’oro, dalle lunghe maniche a sbuffo e dal collo d’ermellino. Abbondano anche i gioielli tra cui una catena d’oro con rubini e zaffiri, un braccialetto di perle, una doppia collana, orecchini e tra i capelli ancora perle. È seduta su una poltrona di cui sono visibili solo i braccioli di velluto, accanto a un tavolo coperto da un tessuto damascato su cui giace un libro aperto.
Rembrandt | la ronda di notte
La ronda di notte anche noto come La guardia civica in marcia, è un dipinto a olio su tela di 350 per 430 centimetri circa, realizzato nel 1642 e conservato al Rijksmuseum di Amsterdam. Considerato uno dei maggiori capolavori del maestro olandese il dipinto rappresenta in primo piano il capitano Frans Banning Cocq, vestito di nero con una cintura rossa e il suo luogotenente Willem van Ruytenburgh, vestito di giallo con una fascia bianca. Il quadro è un’istantanea del momento in cui il capitano dà l’ordine di cominciare la marcia, verso un luogo d’azione o di ritrovo non precisato.
Fu commissionato intorno al 1639 dal capitano Frans Banning Cocq e dai diciassette membri della milizia civica. Diciotto nomi infatti emergono su uno scudo, dipinto sullo sfondo in alto quasi in posizione centrale, ma sono ben trentaquattro i personaggi che appaiono nella scena di marcia. Tra i componenti della gilda di Cocq compare anche un uomo sullo sfondo, in cui si è voluto vedere la raffigurazione ad autoritratto dell’artista. Rembrandt fu pagato 1.600 fiorini per l’opera. Una cifra considerevole per il periodo e questo dipinto fu seguito da altri sette simili raffiguranti le milizie e commissionati durante quel periodo a diversi artisti.
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Henri Matisse | Lusso calma e voluttà
Matisse fu un gran lettore del poeta Baudelaire per il quale illustrò I Fiori del Male. Conobbe del poeta francese L’invito al viaggio di cui, nel 1904, estrasse un verso per dare un nome e un sentimento di pienezza a questa sua grande tela. Lusso calma e voluttà venne esposto per la prima volta a Parigi nel 1905 al Salon des indépendants, evento espositivo non accademico, provocando un grande scalpore. Fu acquistato da Paul Signac, l’artista amico di Henri Matisse e in parte responsabile dell’avvicinamento di quest’ultimo al puntinismo attraverso lo scritto D’Eugène Delacroix au néo-impressionnisme. L’artista in questo dipinto dimostra d’aver fatto suo il principio di separazione dell’immagine in tanti punti di colore puro che fu il fondamento del puntinismo. Ma il pittore qui si spinge oltre, esasperando i contrasti, affidando la sua composizione ai colori complementari, avvicinando il rosso al verde o il rosa al blu.
Henri Matisse | La stanza rossa
Una serie di colori primari domina il dipinto in cui vediamo una donna intenta ad apparecchiare una tavola. Siamo all’interno di un’abitazione, in una stanza tutta rossa. L’intera superficie è resa armonica da uno sfondo unificante di colore puro, abilmente integrato nella struttura della composizione, così da saturare la stanza. La tovaglia si fonde con la parete e le figure sono state completamente appiattite, distorte e semplificate.
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C.C.