Riprendendo la nostra rubrica tra arte e cinema, vi parlo di un film del 2018 diretto da Florian Henckel von Donnersmarck e che solo di recente è stato reso disponibile in streaming in Italia da Netflix. È esattamente a metà strada tra il biopic e il racconto inventato. Ispirato a eventi reali, Opera senza autore racconta tre epoche di storia tedesca attraverso la vita tormentata di un artista che sembra in parte riprendere la figura del famoso artista tedesco contemporaneo Gerhard Richter. Alla base del film sta il libro Ein Maler aus Deutschland: Gerhard Richter. Das Drama einer Familie di Jürgen Schreiber, anche se pare che Richter abbia poi accusato il regista di abusare e distorcere la sua biografia. Ad ogni modo il prodotto finale è piaciuto molto a pubblico e critica, ricevendo ben due candidature ai premi Oscar del 2019 nelle categorie di miglior film in lingua straniera e di miglior fotografia.
La trama in poche righe
Il giovane artista Kurt Barnert, interpretato da Tom Schilling, è fuggito nella Germania occidentale, ma continua a essere tormentato dalle esperienze che ha fatto durante l’infanzia e la giovinezza negli anni nazisti e durante il regime della DDR. In particolare lo perseguita il ricordo della zia eccentrica, amante dell’arte, che viene ricoverata in un istituto psichiatrico per presunta schizofrenia. Quando incontra la studentessa Ellie, interpretata da Paula Beer, è convinto di aver incontrato l’amore della sua vita. La giovane donna però, figlia di un medico, celerà un segreto che potrebbe riaprire le ferite dell’infanzia. Ed è così che l’artista inizia a creare dipinti che rispecchiano non solo il suo destino, ma anche i traumi di un’intera generazione.
L’opinione su Opera senza autore
Opera senza autore è un film davvero molto bello e utile per conoscere l’universo creativo. A differenza della maggior parte delle biografie di artisti che hanno attraversato il periodo della seconda guerra mondiale, qui abbiamo un elemento in più. Questo film ci permette di respirare il clima della repressione nazista e della liberazione senza dimenticare che la lotta del protagonista per trovare la propria espressione artistica. Il tutto tra l’oppressione schiacciante dei nazisti e la liberazione opprimente dei comunisti. Da ragazzo giovane e talentuoso Kurt subisce molte umiliazioni prima di diventare artista.
Passerà dal realismo favorito dai socialisti e comunisti e dell’Unione Sovietica, all’astrazione e a nuove combinazioni. Il film raggiunge un alto scopo narrativo quando ci mostra le difficoltà di un artista nel trovare la propria voce. È gratificante per noi spettatori osservare il lento processo di ricerca e sentirci parte delle sue scoperte. A molti biopic manca quel senso intimo del processo creativo che invece qui troviamo, anche se ciò non ci spiega completamente l’artista. Ma questo fa parte del mistero dell’arte: la consapevolezza che il dono della creatività proviene da un luogo inconoscibile perché va oltre la normale comprensione umana.
La scheda sul film https://www.imdb.com/title/tt5311542/
C.C.