
Prima di essere impegnato nel grande complesso di affreschi all’interno della Cappella Scrovegni, Giotto realizzò un altro capolavoro, oggi conservato agli Uffizi di Firenze. La maestà di Ognissanti venne realizzata per l’omonima chiesa fiorentina, con la tecnica della tempera su tavola. La pala è tra le più note opere giottesche. Ideata per essere collocata sull’altare maggiore della chiesa, il trono ciborio della Vergine doveva segnare il punto focale della prospettiva della navata. La solida struttura della Madonna, posta frontalmente all’interno dell’architettura gotica del trono, costituisce il punto d’arrivo di un’importante classica frontalità del soggetto, dopo le ricerche di Cimabue e Duccio. La Madonna è inserita per la prima volta entro un’edicola marmorea vista di scorcio, mentre tonalità di colore nuove, fresche e vivaci, vivificano delicatamente l’opera.
La Maestà di Giotto
Sono molti gli aspetti che rendono quest’opera un capolavoro. Il colore è dato uniformemente e per accentuare il volume il pittore usa grandi sfumature e passaggi di gradazione. La Madonna è una figura imponente, ma anche molto umanizzata, posta di tre quarti. Sorregge il bambino, che benedice con la mano destra tenendo nella sinistra una pergamena arrotolata, simbolo di sapienza. Il trono è di fatto un protagonista dell’opera, decorato con intarsi marmorei e realizzato con grande cura per i particolari. Gli angeli inginocchiati ai piedi del trono offrono vasi con rose e gigli, fiori che alludono alla purezza e alla carità. I due angeli ai lati del trono invece porgono una corona e una pisside, un oggetto liturgico che allude probabilmente alla Passione di Cristo. Per oltre un secolo la composizione di questa splendida opera rappresentò un modello di ispirazione per i pittori fiorentini.
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C.C.
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