Giovanni Bellini, donna allo specchio

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Giovanni Bellini
Giovanni Bellini, donna allo specchio

Il volto dai lineamenti idealizzati e il paesaggio sullo sfondo possono ricordare i dipinti religiosi di Giovanni Bellini. Ma il fine di questo dipinto non è davvero creare un oggetto di devozione religiosa; si tratta di un nudo che offre un ideale profano di bellezza femminile. Giovanni è l’esponente più famoso della famiglia Bellini. Fu uno dei primi pittori italiani a utilizzare la tecnica della pittura a olio ed ebbe un ruolo fondamentale nel trasformare Venezia in un importante centro del Rinascimento. A influenzare i primi anni della sua attività fu il cognato Andrea Mantegna. Successivamente il suo stile divenne romantico e fantasioso, scostandosi da quello del Mantegna, acuto e preciso.

Giovanni Bellini in versione profana

Siamo verso gli ultimi anni di vita del pittore veneziano. In età già avanzata, Giovanni Bellini si rivolge alla raffigurazione di un nuovo tema “moderno”, il nudo femminile. In un equilibrato gioco di colori caldi e freddi, forme rotonde e rettangolari, vicinanza e distanza, movimento e stasi. Il pittore che solitamente realizzava splendide immagini della Vergine, qui rende omaggio alla vista di una giovane donna nuda. Assorta nel proprio riflesso, incarna un ideale di bellezza e allo stesso tempo l’atto di contemplazione. Raffinato è il gioco di riflessi tra i due specchi. Verdeggiante e umido è il paesaggio che osserviamo alle spalle della giovane. Preziosi sono i dettagli delle diverse stoffe. Virtuosistica è la resa della trasparenza del vaso appoggiato al davanzale. Eppure il vero soggetto del dipinto è la bellezza e il potere creativo della pittura.

Bellini fondò un’importante bottega i cui allievi principali furono Giorgione e Tiziano. Com’era d’uso a quei tempi, il maestro firmava tutti i lavori realizzati nella bottega. Oggi si distinguono i dipinti di Bellini da quelli degli allievi, ma all’epoca venivano tutti valutati come l’opera del maestro. Nel 1483 venne nominato pittore ufficiale della Serenissima, e manterrà questa carica fino alla morte. Nei primi anni del Cinquecento, ormai ultrasettantenne, Giovanni Bellini insiste nella ricerca di una distesa visione atmosferica, proprio come vediamo in questo dipinto. E quest’opera rappresenta anche l’ultima sorpresa, a conferma di una eccezionale creatività fino agli estremi anni di vita quando l’artista sperimentò nella creazione di dipinti di soggetto profano.

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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