Mabuse, san Luca dipinge la Vergine

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Mabuse, san Luca dipinge la Vergine
Mabuse, san Luca dipinge la Vergine

San Luca inginocchiato a un leggio dipinge la Vergine con il Bambino lasciandosi guidare la mano da un angelo. La scena era uno dei soggetti preferiti dei maestri tardogotici tedeschi e olandesi. Mabuse fu uno dei primi pittori fiamminghi a visitare l’Italia e le influenze del suo viaggio sono visibili nell’ambientazione architettonica d’ispirazione rinascimentale che fa da sfondo al dipinto. Anche la luce che proviene da un’unica direzione, ovvero l’aurea intorno alla Vergine, richiama i dipinti rinascimentali italiani. Le figure hanno una solidità scultorea classica, anch’essa di derivazione italiana. D’altra parte però nel quadro sono presenti forti elementi della tradizione nordica. Osservate ad esempio le pieghe dei panneggi, tipicamente fiamminghe, o l’atteggiamento innaturale di San Luca.

Mabuse, tra influenze rinascimentali e tradizioni nordiche

L’ambiente è una sala rinascimentale decorata da lesene con grottesche alternate medaglioni classici copiati dalle monete romane. Sullo sfondo un tempietto adorno della statua di Mosè. San Luca, inginocchiato su un inginocchiatoio, sta disegnando con uno stilo di metallo l’immagine della Vergine, che appare in visione davanti a lui. È guidato in questa mistica operazione dalla mano di un angelo. Mabuse apparteneva al gruppo di artisti olandesi detti “romanisti” per il tentativo di rappresentare ideali dell’alto rinascimento italiano. Tutto ciò seppure con i limiti imposti dal realismo e dalla tecnica minuziosa della pittura fiamminga. Mabuse cercò di imitare pose e dettagli dell’arte italiana, ma anche a lui sfuggì l’essenza del classicismo.

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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