Girolamo Francesco Maria Mazzola è conosciuto con il soprannome di “Parmigianino”, derivante dalla città natale, Parma. Durante la sua breve carriera si rivelò uno dei più importanti esponenti del manierismo della sua epoca. La sua influenza su artisti più giovani, esercitata in modo particolare attraverso le stampe e i disegni, fu fortissima. Parmigianino nacque in una famiglia di artisti e ancora adolescente produsse dipinti di notevole pregio. Questi lavori sono caratterizzati da figure eleganti e flessuose che anticipano le forme drammaticamente allungate, tipiche dello stile manierista, che diventeranno il tratto distintivo delle sue opere nella maturità.
Correggio, che si era trasferito a Parma intorno al 1519, ebbe una precoce e importante influenza su Parmigianino, che trascorse i primi anni della sua carriera lavorando su imponenti opere religiose per varie chiese di Parma e accettando piccole commissioni da privati per opere devozionali e ritratti. Nel 1524 si trasferì a Roma sotto la protezione di papa Clemente VII, al quale aveva dedicato lo splendido Autoritratto allo specchio. Il clima artistico romano, particolarmente influenzato dell’opera di Rosso Fiorentino e Polidoro da Caravaggio, ebbe un fortissimo effetto sul giovane artista. Le sue figure acquistarono infatti una più spiccata monumentalità e contorni più definiti.

La visione di san Gerolamo è la sua opera più importante di questo periodo, che mostra l’intensità emozionale spiazzante che creò con le sue forme allungate, il senso disarticolato dello spazio, l’illuminazione fredda, l’atmosfera lussuriosa. Il Parmigianino, la cui abilità come disegnatore era mirabile, realizzò anche disegni per acqueforti e xilografie a chiaroscuro e sembra che sia stato il primo artista italiano a realizzare acqueforti originali dai suoi disegni.

Una carriera tra Parma, Roma e Bologna
L’artista di spostò a Bologna nel 1527, durante il Sacco di Roma dei Lanzichenecchi. Trascorse tre anni nella città lavorando principalmente a piccole opere devozionali, ritratti e stampe. Tornò a Parma nel 1530 e accettò la commissione per la decorazione della chiesa di santa Maria della Steccata. Parmigianino però non concluse l’opera e venne arrestato nel 1539 per non aver rispettato il contratto. Vasari sostiene che trascurò il lavoro a causa dell’infatuazione per l’alchimia. Uscì su cauzione e fuggì a Casalmaggiore, cittadina in provincia di Cremona, dove morì il 24 agosto 1540.

L’artista raggiunse l’apoteosi della sua carriera con la famosa Madonna dal collo lungo. Le forme delle figure sono straordinariamente affusolate e allungate, il dipinto possiede una raffinatezza e una grazia che lo collocano tra i simboli più alti del manierismo. A questo artista va dato il merito d’aver saputo unire alla statica armonia dei dipinti del XV secolo, come quelli di Raffaello e Perugino, una nuova vibrazione, un palpitante movimento. La sua pittura raccolta ed elegante esemplifica bene lo stile manierista. Uno stile consapevolmente rivolto alla stilizzazione e alla rielaborazione delle equilibrate proporzioni rinascimentali.

La gente disse che lo spirito di Raffaello era entrato nel corpo di Francesco.
Giorgio Vasari
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C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui