Nato in Massachussetts, James Abbot McNeill Whistler trascorse parte dell’infanzia in Russia dove il padre si era trasferito per lavorare come ingegnere civile. Si imbarcò per l’Europa nel 1855 e non tornò mai più negli Stati Uniti. Trascorse il resto della sua vita tra Parigi e Londra, dove si rese celebre per la sua arte, per il sarcasmo pungente, le maniere affettate e l’abbigliamento dandy.
Il suo apprendistato artistico cominciò dopo il congedo dall’Accademia militare di West Point, quando apprese la tecnica dell’incisione all’acquaforte lavorando come cartografo della Marina americana. A Parigi studiò in modo discontinuo sotto la guida di Gleyre.
Whistler amava raffigurarsi come un’elegante e fragile farfalla, un motivo che usò anche come firma in tutti i lavori successivi al 1860. Questa farfalla però era dotata di pungiglione, come molti suoi finanziatori scoprirono a proprie spese. Nell’ultima parte della sua vita Whistler pubblicò i suoi scritti nel volume La gentile arte di farsi dei nemici, un’arte in cui eccelleva. L’arte di Whistler è sotto molti aspetti l’opposto della sua esuberante personalità. Fu un’arte sottile e discreta, ma le convinzioni che celava erano radicali. Era convinto che l’arte dovesse esistere per sé stessa, idea che sottolineò nella sua conferenza Ten o’clock lecture.

James Abbott Whistler e l’importanza dell’estetica
Che fossero paesaggi o ritratti, le opere di questo artista privilegiarono l’estetica alla narrazione, e si concentrarono sulla perfetta combinazione di colore e forma. L’esempio più famoso di questo approccio è rappresentato dal Ritratto della madre dell’artista del 1871, una vera e propria icona della pittura moderna. Un dipinto straordinariamente tenero e percettivo, in cui forza compositiva e armonie cromatiche si conformano rigidamente ai principi estetici. Questi sono tutti elementi che l’artista applicò anche a una serie di ritratti dell’alta società, e ai Notturni, vedute crepuscolari e ombrose del Tamigi, fortemente influenzate dalla semplicità delle stampe giapponesi.

Lo sviluppo di una particolare tecnica pittorica fu cruciale per fornire fluidità ai suoi dipinti. Molti strati di pittura, diluiti con olio e trementina, venivano mischiati ancora umidi in uno solo, in modo da ottenere la corretta liquidità e una meravigliosa unitarietà di tono. Questi risultati tecnici vennero raggiunti dall’artista grazie a un lavoro estremamente paziente. Una pazienza che a Whistler tornò utile quando si cimentò con le stampe, producendo più di 460 incisioni. È giustamente considerato uno dei più grandi incisori di acqueforti di tutti i tempi. Fu grazie ad alcuni capolavori, come la prima e la seconda serie veneziana del 1880 e del 1886, che si affermò come figura chiave del revival dell’incisione in Inghilterra.

La sua opera viene collegata all’impressionismo, al simbolismo e all’estetismo, ma in realtà l’artista non si affiancò mai a nessun movimento. Giocò un ruolo fondamentale nell’introduzione di idee moderne nell’arte britannica e l’influenza che esercitò su altri artisti dopo si lui fu grande.
L’arte non dovrebbe dipendere da nessun imbonimento, dovrebbe risaltare, sola, e attirare il senso artistico dell’occhio o dell’orecchio.
James Abbot McNeill Whistler
Una curiosità: nel 1877 il Notturno in nero e oro il razzo cadente, si trovò al centro di un’accesa disputa legale contro il critico John Ruskin, che accusava Whistler di aver esposto un’opera incompiuta. Secondo il critico l’artista gettava un secchio di pittura in faccia al pubblico. Whistler non si tirava di certo indietro di fronte a una lite, e nel 1878 fece causa a Ruskin. Il caso divenne ben presto una sorta di pubblico dibattito sul diritto dell’artista di decidere quando un’opera fosse da considerarsi finita. La corte decise a favore di Whistler, ma fu un’amara vittoria. Ebbe infatti come risarcimento una somma ridicola, e spese il resto della vita cercando di rientrare delle spese legali.
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C.C.
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