Celebre per le sue sculture mobili liriche, sospese, contraddistinte da forme e colori elementari. Alexander Cader ha realizzato sculture pubbliche a grande scala, antropomorfiche nella loro fluidità organica. Contribuì all’evoluzione del modo in cui le forme potevano essere concepite e, soprattutto, attivate all’interno dello spazio. Non è così assurdo sostenere che l’esperienza di Alexander Calder in qualità di ingegnere meccanico gli abbia permesso di sviluppare una comprensione delle forme, delle strutture e dei rapporti fondamentale per la realizzazione delle sue sculture, in particolare i mobiles.
All’inizio della carriera, l’autore americano si tenne sempre informato riguardo all’avanguardia europea. Nonostante avesse sviluppato un’identità artistica molto personale, i suoi viaggi a Parigi gli permisero di conoscere artisti come Joan Mirò, che in seguito avrebbe avuto grande influenza sulla sua opera. Nel 1931 Calder si unì al gruppo Astrazione-Creazione, un collettivo artistico con membri quali Piet Mondrian e Vassilij Kandinskij. Il loro obiettivo era promuovere l’arte astratta, dopo il ritorno al figurativo degli anni 20, e contrastare l’influenza dell’agguerrito gruppo dei surrealisti capeggiati da André Breton.

Le sculture mobili di Alexander Calder
I primi esperimenti di Calder con le sculture astratte e cinetiche, risalenti agli inizi degli anni Trenta, si trasformarono gradualmente nelle celebri mobiles, ovvero “sculture mobili”, secondo la definizione coniata da Marcel Duchamp. Le sue prime sculture potevano essere mosse sia a mano sia da motorini elettrici. In pezzi come Senza titolo del 1932 il movimento era addirittura generato dalle correnti d’aria. In quanto oggetti, i mobiles occupavano lo spazio in modo particolare e sofisticato. Erano concepiti in termini pittorici, con perfetto bilanciamento di forme, linee e colori.

Trappola per aragoste e coda di pesce è giocato tutto su un delicato oscillare e roteare di forme metalliche che creano l’immagine di una trappola per aragoste, di un colorato pesce stilizzato e di una lisca di pesce. Quest’ultima è suggerita dai nove piccoli elementi neri sospesi nella parte inferiore della composizione. Il movimento di queste sculture è proprio alla base dell’arte cinetica, per la quale il movimento attivo o un’impressione di movimento sono parte essenziale della composizione. Sono forme ibride costituite da parti liberamente sospese e da una base scultorea astratta, con altezze variabili da 4 centimetri a oltre 5 metri.
Calder, comunque, si dedicò anche a sculture “tradizionali”, battezzate stabiles da Jean Arp, proprio perché non si muovevano. Qualunque fosse la forma data alle sue opere sempre dinamiche e di grande impatto, il contributo di Calder al rinnovamento del linguaggio e della tradizione scultorea, è indubbio. Alexander Calder fu il primo scultore in occidente a esplorare in modo così preciso le implicazioni del movimento. Il primo a procedere e scommettere sull’alterazione delle forme nelle sue opere. Pochi artisti, come lui, hanno contribuito in modo così fondamentale al progresso dell’arte contemporanea.
Per molti un mobile è solo un oggetto piatto in movimento. Per pochi altri è poesia.
Alexander Calder
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C.C.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui