Scultore e pittore di spicco dello stile barocco, creatore di rivoluzionari ritratti scultorei, urbanista e architetto di San Pietro a Roma. Gian Lorenzo Bernini fu uno dei più grandi artisti del suo tempo ed ebbe una profonda influenza sullo sviluppo dell’arte e dell’architettura barocca, specialmente a Roma. Fu l’iniziatore di un nuovo modo di scolpire il marmo, caratterizzato dalla realizzazione di figure così espressive e dinamiche da sembrare esseri viventi in carne e ossa. La sua abilità era già evidente in quello che si ritiene essere uno dei suoi primi lavori, La capra Amaltea con Giove bambino e un fauno.

Gian Lorenzo Bernini si formò nella bottega del padre, lo scultore manierista Pietro Bernini, che lo introdusse alla corte dei Borghese e dei Barberini, due influenti famiglie romane i cui membri erano potenti mecenati. A partire dal 1618 gli venne commissionata dal cardinal Scipione Borghese una serie di statue di imponenti dimensioni. Le più note sono il Ratto di Proserpina, il David e Apollo e Dafne, creazioni di grande naturalismo e vitalità. Nel 1623 Maffeo Barberini fu eletto papa con il nome di Urbano VIII e Bernini, nominato artista papale, venne incaricato di realizzare i principali progetti previsti per la città, compresa la Basilica di San Pietro.
I lavori per la Basilica occuparono quasi l’intero arco della sua carriera dando vita ad alcuni dei più grandi capolavori di tutti i tempi. Pensiamo al baldacchino per l’altare, al sepolcro di Urbano VIII e la cattedra di San Pietro. Alla morte di Urbano VIII, nel 1644, Bernini perse uno dei suoi più grandi mecenati, ma continuò comunque a ricevere commissioni da privati, compreso il cardinale veneziano Federico Cornaro. Quest’ultimo gli affidò i lavori della Cappella Cornaro nella chiesa di Santa Maria della Vittoria a Roma, che ospita l’Estasi di Santa Teresa. Si tratta di un’opera senza rivali per la forte espressività e l’originale estetismo.

L’Estasi di Santa Teresa, il capolavoro devozionale di Gian Lorenzo Bernini
L’Estasi di Santa Teresa è sicuramente la più notevole delle sculture devozionali di Bernini, oltre ad essere uno dei lavori più pregevoli di tutto il periodo alto barocco. Al committente è costata l’ingente somma di 12.000 scudi. Marmo e metallo si uniscono in una stupefacente raffigurazione della santa, visitata in sogno da un angelo che sta per trafiggerle il cuore con una lancia d’oro. Alcuni critici hanno interpretato lo stato della santa come un rapimento sensuale, sebbene non esistano elementi a riprova del fatto che questa fosse la reale intenzione dell’artista.
Nel 1655, con l’elezione a papa di Alessandro VII, Bernini rientrò nelle grazie vaticane. Accettò di intraprendere i lavori per la piazza e il colonnato di San Pietro e per la Scala regia. Continuò a lavorare senza sosta per tutta la vita. L’ultimo suo lavoro di grandi dimensioni fu il Sepolcro di Alessandro VII, realizzato tra il 1671 e il 1678. Gian Lorenzo Bernini si spense a Roma il 28 novembre del 1680, pochi giorni dopo avrebbe compiuto 82 anni.
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C.C.
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