Esponente della scuola danubiana di pittura, Albrecht Altdorfer si caratterizza per l’innovativo uso del paesaggio e per le sue ambientazioni atmosferiche. Nei suoi dipinti troviamo precisi riferimenti topografici che rendono questi paesaggi delle rappresentazioni realistiche di alcune zone geografiche. Albrecht Altdorfer fu un pittore sì, ma anche un progettista, un architetto e un incisore. Tedesco di nascita, passò gran parte della sua vita a Ratisbona, dove si guadagnò grande fama e influenza. Dopo una formazione presso il padre Ulrich, dal quale prende un gusto miniaturistico per i dettagli, farà un viaggio nel nord Italia, prima di stabilirsi definitivamente a Ratisbona.

Faceva parte della cosiddetta scuola danubiana, un gruppo di artisti che vivevano in Baviera e in Austria e si dedicavano alla pittura di paesaggio. L’opera di Altdorfer è notevole per l’uso del paesaggio in funzione espressiva, per connotare il tono e l’atmosfera delle storie raffigurate nei dipinti. In un’opera come San Giorgio e il drago le piccole figure di uomini e animali sono addirittura sopraffatte dalla folta vegetazione circostante. All’inizio del XVI secolo il paesaggio non era ancora considerato come un soggetto degno, in sé, di rappresentazione. Per questo i dipinti di Altdorfer, apparentemente privi di altri elementi, erano molto inusuali per l’epoca.
Albrecht Altdorfer padre del paesaggio moderno
Le innovazioni che Altdorfer introdusse nella concezione del paesaggio riguardarono anche i disegni, alcuni dei quali sono le prime riproduzioni tipografiche di siti precisamente identificabili. Altdorfer realizzò anche diverse acqueforti sempre utilizzando il paesaggio come soggetto principale, dimostrazione che già allora esisteva un importante mercato di immagini stampate. Gli furono commissionate anche opere a soggetto religioso e storico, la più celebre delle quali è la battaglia di Isso, di cui vi ho già parlato in un post e in un video. Destinata alla residenza ducale di Monaco, l’imponente tavola verticale raffigura una panoramica del paesaggio visto dall’alto, nel quale si muovono una miriade di personaggi.
Il soggetto del dipinto è la battaglia combattuta nel 333 a.C. tra Alessandro Magno e il re persiano Dario III, ma ancora una volta i due protagonisti si perdono tra le schiere dei soldati, schiacciati dall’imponente e straordinariamente espressivo cielo che li sovrasta. Possiamo affermare con certezza che questo artista fu il primo europeo a dipingere foreste, tramonti e rovine pittoresche, in cui rappresentò l’uomo come parte della natura, alleato con alberi, rocce, montagne e nuvole e spesso somigliante ad essa.
Dal 1526 fino alla sua morte, mentre crescono le preoccupazioni in seguito allo scoppio della Riforma, Altdorfer si occupa soprattutto di edilizia pubblica, e la sua produzione pittorica rallenta. Nei dipinti di questo periodo si nota una peculiare attenzione al contesto prospettico e architettonico. Raggiunta una notevole agiatezza economica e un significativo rango sociale, durante il terzo decennio del Cinquecento Altdorfer si impegna in politica, diventando prima consigliere comunale e poi mastro costruttore e incaricato delle fortificazioni di Ratisbona.
Albrecht Altdorfer sta alla pittura come Bach sta alla musica e Goethe alla letteratura. Time
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C.C.