Rembrandt, Il ritorno del figliol prodigo

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Rembrandt
Rembrandt, il ritorno del figliol prodigo

L‘ultima parola di Rembrandt, come artista, è concretizzata nel monumentale dipinto del Ritorno del figliol prodigo. Morirà infatti lo stesso anno, il 4 ottobre 1669. Qui il pittore interpreta l’idea cristiana di misericordia con una straordinaria solennità, come se fosse il suo testamento spirituale al mondo. L’opera supera le creazioni di tutti gli altri artisti barocchi nell’evocazione dello stato d’animo religioso e della misericordia umana. Il forte realismo di Rembrandt non è diminuito con l’anzianità. Tutt’altro, è aumentato dall’intuizione psicologica e dalla consapevolezza spirituale. L’illuminazione e la colorazione espressive e la magica suggestione della sua tecnica, insieme alla semplicità dell’ambientazione, ci aiutano a percepire tutto l’impatto emotivo dell’evento.

L’ultima monumentale opera di Rembrandt

Il gruppo principale del padre e del Figliol Prodigo si staglia su un’enorme superficie scura grazie a un’illuminazione diretta. Particolarmente vivaci sono la veste stracciata del figlio e le maniche del vecchio, che sono ocra sfumate verso l’oro. Il colore ocra combinato con un intenso rosso scarlatto nel mantello del padre forma un’indimenticabile armonia coloristica. L’osservatore ha la sensazione di assistere a un evento straordinario. Il figlio, sciupato e ripugnante, con la testa calva e l’aspetto di un reietto, torna alla casa paterna dopo lunghe peregrinazioni e molte vicissitudini. Ha dilapidato il suo patrimonio in terre straniere e si è ridotto alla condizione di un miserabile.

L’anziano padre, vestito con abiti sontuosi, come le figure degli assistenti, gli si fa incontro davanti alla porta e accoglie il figlio perduto da tempo con il massimo amore paterno.
L’evento è privo di qualsiasi emozione istantanea e violenta, ma è elevato a una calma solenne che conferisce alle figure la qualità di statue e dà alle emozioni un carattere duraturo, non più soggetto ai cambiamenti del tempo. Indimenticabile è l’immagine del figlio peccatore pentito appoggiato al petto del padre che a sua volta si china su di lui. I lineamenti del padre raccontano di una bontà sublime e nobile, così come le sue mani tese, non prive della rigidità della vecchiaia. L’insieme rappresenta un simbolo di ogni ritorno a casa, dell’oscurità dell’esistenza umana illuminata dalla tenerezza, dell’umanità stanca e peccatrice che si rifugia al riparo della misericordia di Dio.

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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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