Annibale fu il più creativo e talentuoso esponente della famiglia Carracci, attiva a Bologna nel tardo XVI secolo. Cominciò a studiare fin da piccolissimo nella bottega del cugino Ludovico con il fratello Agostino. Insieme si adoperarono per ripulire la pittura dagli eccessi del manierismo e per recuperare gli ideali rigorosi del primo rinascimento. Lo stile dei Carracci univa gli insegnamenti della scuola fiorentina sulla linea e sul disegno e quelli della scuola veneziana sul colore, dando vita all’eclettica scuola bolognese, che ebbe una fortissima influenza sullo sviluppo dell’arte italiana.

I primi lavori di Annibale appaiono sorprendentemente moderni e innovativi in confronto alle forzature e all’artificiosità proprie del manierismo. La bottega del macellaio è esemplare. Le pennellate stese con morbidezza ricreano la realtà dei macellai che appendono le carcasse degli animali in una maniera assolutamente naturalistica. Questo impegno del reale consentì a Carracci di sviluppare uno stile estremamente chiaro e diretto anche nelle opere a soggetto religioso. Egli era inoltre capace di infondere alle scene un’incredibile potenza emotiva, qualità che sarebbe diventata fondamentale per la pittura barocca del XVII secolo.
Il capolavoro dei Carracci a Palazzo Farnese
Nel 1595 Annibale si trasferì a Roma per studiare dal vivo l’arte classica e le opere di Raffaello e di Michelangelo. Il cardinale Odoardo Farnese gli commissionò la decorazione di Palazzo Farnese, che realizzò con dei monumentali nudi classici che popolavano l’intera ampiezza dei soffitti in mezzo ad architetture e cornici trompe l’oeil. Annibale Carracci dedicò a quest’opera circa dieci anni, divenendo il termine di paragone per tutti quegli artisti che, dopo di lui, si cimentarono con l’affresco. Come per molti altri lavori, Annibale ricorse qui all’aiuto del fratello Agostino, ma le due mani sono difficili da riconoscere. Quando venne chiesto loro chi dei due avesse dipinto il Palazzo Magnani a Bologna risposero: “i Carracci; l’abbiamo fatto entrambi”.

La concezione artistica di Annibale si manifesta a pieno nei suoi stupendi disegni preparatori. Ne realizzava a centinaia e ognuno dimostrava la sua precisa conoscenza della figura umana, la potenza della linea e la forza del tratto. Nel 1582 Annibale e altri membri della sua famiglia fondarono l’Accademia dei Desiderosi per coloro che volevano acquisire conoscenza e fama. Nell’Accademia si cominciò ad insegnare la pittura secondo la concezione artistica dei Carracci, imperniata sul disegno dal vivo e il devoto studio della natura. Il motto, che rifletteva l’entusiasmo riformista recitava: “La scuola di coloro che rimpiangono il passato, disprezzano il presente e aspirano a un futuro migliore”.

L’Accademia dei Desiderosi fu un luogo di incontro per nuove idee e dibatti teorici. Diventata presto famosa, costituì il prototipo delle grandi accademie europee che sarebbero nate nei secoli a venire. Domenichino e Guido Reni frequentarono l’Accademia, diventando poi due dei maggiori esponenti della generazione successiva di artisti emiliani, richiesti in tutta la penisola. Negli ultimi anni di vita Annibale fu sopraffatto da una malattia e dopo il 1606 smise praticamente di dipingere. Secondo Bellori cadde in una profonda depressione a causa dello scarso compenso ricevuto dal cardinale Farnese per il lavoro al palazzo, ma la sua malattia fu probabilmente di origine sia psichica che organica. Alla morte fu sepolto accanto a Raffaello nel Pantheon, come aveva richiesto.
L’antichità ellenistica e il soffitto Farnese di Annibale Carracci furono le guide essenziali alle concezioni rivoluzionarie del Bernini.
Rudolf Wittkower
Continua l’esplorazione
– Annibale Carracci e il vero. Ediz. illustrata https://amzn.to/3WrYyYS
C.C.