Questo artista, Giacomo Balla, fu dotato di straordinaria immaginazione, che diede enormi contributi allo sviluppo dell’arte moderna, evidenti soprattutto nelle sue opere futuriste e astratte. Pittore, scultore e scenografo futurista, ritrasse la luce, il movimento, l’energia e la velocità sulle tele di paesaggi, scene urbane e ritratti. Studiò le teorie scientifiche sulla diffusione e la rifrazione della luce, mettendo a punto sofisticate tecniche di resa della luce, del movimento, delle velocità e dell’energia. Studiò attentamente anche il lavoro di fotografi come Anton Giulio Bragaglia, Edweard Muybridge e Etienne-Jules Marey, che indagarono sulla meccanica del movimento.

In gran parte autodidatta, Balla si trasferì da Torino a Roma nel 1895, per guadagnarsi da vivere come ritrattista e illustratore. Nel 1900 visitò Parigi, e rimase colpito dal lavoro dei neo-impressionisti. Tornato a Roma, applicò alla propria pittura l’approccio puntinista, che si adattò perfettamente alla sua sperimentazione sulla resa della luce, dell’atmosfera e del movimento, come è evidente in Lampada ad arco. Le sue prime opere comprendono paesaggi e ritratti, ma con l’entrata nel nuovo secolo si dedicò con crescente interesse alla rappresentazione della moderna vita industriale. Il tema della rappresentazione del movimento diventerà protagonista nelle tele dell’artista.

In questo periodo il suo stile si fece più astratto, e lui stesso si proclamò uno dei massimi esponenti del movimento futurista, sottoscrivendo nel 1910 i due manifesti del gruppo. Le sue tele dinamiche di questo periodo, come Velocità d’automobile, erano piene di energia esplosiva, ritmo e intensità. Diversamente dagli altri futuristi, Balla non era interessato alle macchine e alla violenza, e nei suoi dipinti tendeva piuttosto al lirico e all’arguto, come nel delizioso Dinamismo di un cane al guinzaglio, nel quale le impronte multiple delle zampe e della coda del cane esprimono il movimento nella maniera che più tardi sarà quella dei cartoni animati.

Giacomo Balla oltre il futurismo
Tra il 1913 e il 1916 andò oltre i principi dei manifesti futuristi realizzando dipinti che si avvicinano alla pura astrazione. In queste opere il riferimento con la realtà che li ha ispirati è dato solo da una residua rassomiglianza. Ne sono esempio le numerose versioni delle velocità astratte di automobili in corsa. Attorno al 1914 iniziò a sperimentare con la scultura. La sua opera più famosa è Il pugno di Boccioni. Nel 1917 realizzò le sue prime scenografie teatrali, estremamente inventive, e recitò anche in alcuni drammi. Proseguì la ricerca di un approccio astratto e scientifico all’arte, sperimentando con le illusioni ottiche, e dal 1925 diede il via a una serie di lavori basati su lettere e numeri.
Dopo la prima guerra mondiale, Balla rimase fedele agli ideali futuristi dopo che molti suoi colleghi li avevano abbandonati, ma negli anni Trenta tornò a uno stile più convenzionale. Nell’ultima parte della sua vita, la sua tecnica si fece sempre più puntinista, allontanandosi dalle brillanti astrazioni degli inizi. Alla fine della sua lunga vita, morì ultraottantenne, fu molto stimato in quanto ultimo rappresentante di una fase molto creativa dell’arte moderna italiana.
Data l’esistenza della fotografia e della cinematografia, la riproduzione pittorica del vero non interessa né può interessare più nessuno.
Giacomo Balla
C.C.