Pittore cubista, scultore e regista, Fernand Leger nacque in Francia il 4 febbraio del 1881. Il suo stile inconfondibile è contraddistinto da forme cilindriche in colori primari e in bianco e nero. Ha realizzato principalmente dipinti figurativi caratterizzati da grandi aree di colore uniforme. Dopo l’apprendistato in uno studio di architetti a Caen dal 1897 al 1899, Fernand Leger iniziò la carriera come disegnatore architettonico a Parigi. I suoi primi dipinti erano di matrice impressionista. Nel 1907 restò particolarmente colpito dalla retrospettiva dedicata a Paul Cezanne.
Dopo aver stretto amicizia con avanguardisti come Robert Delaunay e Marc Chagall ed essere entrato in contatto con il cubismo di Picasso e Braque, Leger diede vita a una propria interpretazione del cubismo. Lo stile dell’artista, denominato “tubismo”, si incentrò su forme cilindriche e astratte. Tenne la prima personale nel 1912 alla Galleria Kahnweiler. La Prima guerra mondiale interruppe l’ascesa di Leger verso il successo. Trascorse due anni nell’esercito, durante i quali fu affascinato dalla bellezza delle macchine: realizzò numerosi schizzi di cannoni, armi da fuoco e aeroplani. Tornò poi alla pittura e iniziò così il suo percorso “meccanico”.

Fernand Leger e il suo stile “meccanico”
Nel periodo trascorso nell’esercito, Leger scoprì il “popolo francese” e contemporaneamente rimase abbagliato dal potenziale di una nuova estetica delle macchine. Leger considerò i suoi Soldati che giocano a carte, del 1917, “il primo dipinto in cui ho tratto il soggetto dalla mia stessa epoca”. Le forme umane tubolari rappresentate nel quadro segnano l’inizio del suo periodo “meccanico”, mentre il tema riflette il suo rinnovato interesse per l’arte figurativa e la natura umana. Più avanti si sarebbe dedicato a cercare la bellezza dell’uomo comune.
Le sue forme tubolari si fecero più affusolate e le tele furono invase da meccanismi elaborati ed enigmatici. Anche le figure umane assunsero forme e caratteristiche robotiche. Negli anni Venti, Leger divenne amico di Le Corbusier e di Amedee Ozenfant. Adeguò le sue opere allo stile purista dei due, dipingendo grandi zone di colore piatto e uniforme insieme a spesse linee nere. Durante la Seconda guerra mondiale l’artista si rifugiò negli Stati Uniti, Qui insegnò alla Yale University e si dedicò a dipingere acrobati, ciclisti, musicisti, tuffatori e muratori. Si concentrò anche su una serie di quadri ispirati alle macchine agricole abbandonate nei campi, giustapponendo gli elementi meccanici alle forme della natura.
Focus sull’opera: i costruttori
I costruttori è un’opera che ben condensa le ricerche dell’artista. Il taglio verticale della massiccia struttura metallica fa sembrare che la costruzione si estenda senza fine in entrambe le direzioni, in alto e in basso. Spessi segmenti orizzontali e verticali si stagliano contro il cielo, dipinti con intensi colori primari. I corpulenti operai simili a robot che camminano lungo le travi e il passaggio delle nuvole contrastano nelle forme e nei colori con lo scheletro di ferro della struttura.

Dopo essere rientrato in Francia nel 1945, Leger continuò i suoi studi sulla figura umana. Nel decennio precedente la morte, la sua già prolifica attività incluse anche illustrazioni per libri, murales, vetrate, arazzi, mosaici, sculture e scenografie. Tra le ultime opere figurano enormi murales per il palazzo delle Nazioni Unite. Per tutta la vita Leger fu affascinato dalla tecnologia industriale e dalle forme dinamiche di macchinari e materiali da costruzione. L’influenza cubista sicuramente svolse un ruolo fondamentale per il percorso di questo artista che però poi seppe condensare in uno stile tutto suo, spaziando in molti ambiti creativi tra cui il balletto svedese e la cinematografia.
Il colore è un bisogno umano come l’acqua e il fuoco. È una materia prima indispensabile alla vita.
Fernand Lèger
C.C.